Sport di resistenza, ovvero?
Gli eventi sportivi che richiedono a un individuo di esibirsi per una durata prolungata su una lunga distanza sono generalmente chiamati eventi di resistenza (o endurance). Questi eventi includono eventi di corsa, ciclismo e nuoto singoli o combinati (ad es. maratone, ultramaratone, triathlon, ecc.), canottaggio, sci di fondo, canoa e pattinaggio di velocità (Shephard & Åstrand, 2000). Per ciascuno di questi eventi, tuttavia, è difficile determinare la distanza minima di prestazione o il tempo che si qualifica come evento di endurance.

La ricerca in psicologia dello sport sulle prestazioni di resistenza può essere suddivisa in resistenza muscolare e resistenza aerobica (ad es. Brick, MacIntyre, & Campbell, 2014). 
Le prestazioni di resistenza muscolare hanno tipicamente le seguenti caratteristiche:

  • richiedono all'esercitatore di sostenere un'intensità elevata (ad esempio, uno sprint), ripetitivo (ad esempio, pressatura da banco per un sollevatore di pesi, jabbing per un pugile) o esercizio statico (ad esempio, un lottatore);
  • coinvolgono principalmente un singolo muscolo o gruppo muscolare e la fatica è limitata a questi muscoli;
  • la durata è in genere non superiore a uno o due minuti (Wilmore et al., 2008).
Al contrario, la resistenza aerobica o cardiorespiratoria si riferisce a "l'intera capacità del corpo di sostenere un esercizio prolungato e dinamico utilizzando grandi gruppi muscolari”. Durante periodi prolungati di esercizi dinamici, la capacità di resistenza di una persona dipende dalla capacità dei loro sistemi cardiovascolare e respiratorio di mantenere l'apporto di ossigeno ai muscoli attivi, nonché dalla capacità dei loro muscoli di utilizzare l'energia aerobicamente (Wilmore et al., 2008). Le attività di resistenza aerobica comprendono corsa, ciclismo, nuoto e canottaggio.
 

Quando si può parlare di sport di resistenza? Per definire uno sport di resistenza, va scelto un tempo di esercizio minimo che riconosce il contributo del sistema di energia aerobica durante le prestazioni di resistenza. Il contributo relativo del sistema di energia aerobica aumenta con la durata dell'esercizio massimo di sforzo generalmente predomina dopo 75 secondi di esercizio di massimo sforzo.  

La prestazione di resistenza, in accordo con alcuni autori tra cui Gastin (2001), può essere quindi definita come:

 

Prestazione in un esercizio dinamico che coinvolge tutto il corpo che comporta uno sforzo continuo e dura per 75 secondi o più

 

Ciò significa che, aderendo a questa definizione, possiamo considerare eventi di corsa di circa 800 metri e più, eventi di nuoto a freestyle di circa 200 metri e più, e distanze equivalenti in bicicletta, canottaggio e pattinaggio di velocità sono esempi di eventi di resistenza. 

 

Gli sport di endurance richiedono che l’apparato neuromuscolare funzioni ad alta intensità per tempi lunghi. Il protrarsi dello sforzo per lunghe durate mette in crisi i sistemi energetici dell’organismo (riserve di glicogeno muscolare ed epatico), causa un aumento della temperatura corporea e muscolare, porta all’accumulo di acido lattico e di tossine all’interno dei muscoli.

 

Se siete tra coloro che praticano o sono addetti a questo tipo di sport, saprete sicuramente come l’atleta che si sottoponga a sport di resistenza non debba essere solo allenato dal punto di vista fisico, ma deve possedere la disponibilità a confrontarsi con la fatica, il dolore, la crisi ed altri tipi di disagi che possono verificarsi.

 

Ciò significa che tali qualità psicologiche dell’atleta di resistenza devono essere presenti molto prima. Per portare avanti in modo efficace anni di allenamenti ed arrivare a costruire certe prestazioni l’atleta ha bisogno di: motivazione, capacità di gestire lo stress, concentrazione, tolleranza della frustrazione, capacità di autoregolazione, spirito di sacrificio, tutte abilità mentali che, sembrerà strano, possono essere allenate con criterio!

 

Stay tuned!

 

Bibliografia di riferimento:

  • Brick, N., MacIntyre, T., & Campbell, M. (2015). Metacognitive processes in the self-regulation of performance in elite endurance runners. Psychology of Sport and Exercise, 19, 1–9. doi:10.1016/j.psychsport.2015.02.003
  • Gastin, P. B. (2001). Energy system interaction and relative contribution during maximal exercise. Sports Medicine, 31, 725–741
  • Shephard, R. J., & Ã…strand, P.-O. (Eds.). (2000). Endurance in sport (2nd ed.). Oxford, England: Blackwell Science.
  • Wilmore, J. H., Costill, D. L., & Kenney, W. L. (2008). Physiology of sport and exercise (4th ed.). Champaign, IL: Human Kinetics.
     

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